lunedì 30 giugno 2014

Cooperazione Italia-Usa su Scienza e Tecnologia dei Cambiamenti Climatici

Spesso e volentieri questo documento, (o meglio l’allegato 4, cioè il piano di dettaglio dei lavori) viene sbandierato come “prova” delle irrorazioni e del coinvolgimento degli stati uniti. Lo trovate con una banale ricerca su Google, non sto a linkarlo io di persona, poiché verrebbero fuori mille e passa link a siti complottisti, e voglio evitarlo.
Indubbiamente, il titolo, potrebbe benissimo fare riferimento (Italiano, lingua meravigliosa!) allo sviluppo di tecnologia atta ad operare Cambiamenti Climatici, e la cosa può spaventare. Lo studioso medio, sa che non è una cosa banale un cambiamento climatico, ed a parte rilasciare CO2 come non ci fosse un domani, l’uomo di suo non è in grado di fare facilmente un cambiamento climatico. Come al solito, basterebbe leggere un po’, ma si fa fatica.... Vediamo di analizzare il documento e capire di cosa tratta.
1 – Le solite fallacie logiche
Ovviamente, per essere un documento che fa parte di un complotto segretissimo, è fantastico che sia pubblico su internet, che dica chi ne fa parte, e che fornisca quindi il modo di contattare i responsabili degli esperimenti descritti... Ma se provi a fare questa obiezione ti rispondo che per nascondere bene qualcosa, devi metterlo sotto gli occhi di tutti... Poi ti chiedono perché la gente non sapeva niente di questa cooperazione, e tu gli fai notare che il documento è pubblico. Poi ti dicono che i giornali non ne hanno parlato, e gli fai presente che se lo hanno fatto, era a pagina 42, in un trafiletto di 5 righe, perché al pubblico medio non gliene frega nulla... Ed a quel punto finiscono con “COMPLOTTO!!”
2 – Chi partecipa
Da pag. 5 a pag. 26 sono elencati i partecipanti a questa cooperazione, che sono università, istituti di ricerca, ed un paio di divisioni con reparti di ricerca e sviluppo della FIAT,dell’Eni e dell’ex Montedison ed un centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nessun ente militare, nessun ente Aeronautico. Questo già dovrebbe far capire che non è strettamente possibile che questo piano preveda l’uso di aerei, ma vabbé
3 - Perché lo fanno
L’introduzione è chiara, il clima sta cambiando. E con buona pace di chi crede che sia per colpa delle scie chimiche, il restante 99,9% del panorama di chi si occupa di queste cose, non crede che sia quello il motivo, ma vuole lo stesso cercare di capirci qualcosa di più, magari PRIMA che il clima cambi irrimediabilmente. Per cui hanno deciso di sviluppare NUOVI MODELLI PREVISIONALI, ovvero nuovi sistemi matematici ed informatici, per predire i cambiamenti del clima, dato che gli attuali modelli, non sono in grado di farlo. Inoltre, cercano di capire quali conseguenze potrà avere il tutto, e se si può in qualche maniera, sviluppare una forma di energia che preveda BASSE EMISSIONI DI CO2.
Quindi da questo accordo, possiamo solo guadagnarci.
4– Cosa fanno
Il piano di lavoro, è scritto in dettaglio, diviso in 15 Workpackage (letteralmente pacchetti di lavoro). Se si legge con attenzione, spesso il lavoro è di sviluppo di modelli di previsione, raccolta dati ed interpretazione degli stessi sempre allo scopo di perfezionare i modelli.
E’ un lavoraccio tipicamente scientifico. Si fanno un sacco di misure, si prendono dati dal passato e si organizzano per renderli utilizzabili, e si migliorano le formule e gli algoritmi, per prevedere come il clima cambierà.
5 – I workpackage che fan paura.
C’è il 6 (“Studi dell’aerosol, della composizione chimica dell’atmosfera”). Siccome c’è scritto aerosol, i complottisti ci leggono IRRORAZIONE. Ma aerosol, per definizione, è una dispersione di particelle liquide o solide, in un gas. E può essere di natura antropica (fatto cioè dall'uomo), o naturale. Per intenderci, la nebbia, è un aerosol. Il pulviscolo atmosferico è un aerosol. Lo scarico della nostra caldaia, è un aerosol!!!!! E non c’è bisogno di aerei che lo rilascino. E per la cronaca, il rilascio dei nuclei di condensazione da parte di un aereo di linea, dallo scarico dei motori... è un aerosol. Il workpackage 6, studia gli aerosol di tipo naturale ed antropico, li analizza e sviluppa un modello matematico.
Inoltre è specificato molto spesso, che il lavoro si articolerà in: “analisi di banche dati” (cit, pag 32), quindi spesso usano dati già raccolti, più che andarli a prendere.
C’è il 7 (“Osservazioni in Situ di Aerosol”). Siccome si legge della possibilità di raccogliere campioni di aerosol, qualcuno potrebbe pensare che c’entrino degli aerei, ma a pag. 34 dice “Le possibilità di volo dovranno essere individuate all'interno del programma di palloni stratosferici dell’Agenzia Spaziale Italiana”. Quindi palloni sonda, niente aerei.
6 – Il mefistofelico Workpackage 10
E poi arriva il Workpackage 10... LA PROVA! Il titolo è “Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri”.
Eccolo là, chiaro come il sole. Manipolazione degli ecosistemi. Ma come sempre, basterebbe leggere.
Prima di tutto ti dice chi lo fa, ovvero l’IBAF (Istituto di ricerca Agroambientale e Forestale http://www.ibaf.cnr.it/it/ ). Se si guarda nel sito dell’IBAF, sono indicati i siti sperimentali. Dato che questo esperimento è a “campo pieno” ovvero, non in una serra, ma all'aperto, ecco che subito si può dubitare, ma tanto per cominciare non è su tutta Italia, ma solo in un paio di campi fatti apposta.
Ma la cosa più bella è che nel documento è scritto anche COME lo fanno. Per modificare la quantità di CO2 a cui sono sottoposte le piante, usano un metodo chiamato CO2 POPFACE, che consiste in TUBI NEL TERRENO (alla faccia degli aerei) che spruzzano CO2 addosso alle piante da esperimento (vedi spiegazione dettagliata in http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1046/j.1469-8137.2001.00115.x/pdf ). Per la temperatura utilizzano una macchina che usa un metodo chiamato VULCAN, che è un sistema di riscaldamento utilizzato anche nei sistemi di riscaldamento dei capannoni industriali, e per riscaldamento, intendo stile riscaldamento domestico, nulla di terrificante. E per l’acqua utilizzando il sistema MIND; del quale non ho trovato traccia, ma posso ben immaginare che sia una sorta di doccia per controllare le precipitazioni in maniera precisa su quel particolare campo coltivato.
Insomma, nulla che sia segreto, o che c’entri con gli aerei, né con irrorazioni clandestine di alcun tipo.
7 – Finale
Il bello di tutto è che, se si va a vedere il riassunto dell’IBAF dei progetti conclusi, al link
http://www.ibaf.cnr.it/it/progetti-terminati
In cima dice proprio: Progetto "Cooperazione ITALIA-USA su Scienza e Tecnologia dei Cambiamenti Climatici (ITALIA-USA) (INGV) 2/5/2003 -30/08/2006”
Hanno cominciato nel 2003 (e le scie chimiche erano già state avvistate) ed han finito nel 2006.
Conclusione: se oltre al titolo, leggessero davvero il documento, e se oltre ad usare google per cercare CHEMTRAILS, usassero google anche per cercare le cose che non capiscono, (come “aerosol” o “CO2 POPFACE”), allora la smetterebbero di sbandierare un documento come questo come prova.

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