mercoledì 16 luglio 2014

Rimettiamo un po' a posto i concetti

La moda NEW AGE, ultimamente tende ad abusare di termini scientifici, per parlare di tematiche più o meno spirituali. L'uso di una terminologia scientifica, mentre si discute di temi anche a volte metafisici, per quanto bella dal punto di vista linguistico, nel tempo ha creato molta confusione.
Anche a me piace fare un parallelo tra le relazioni umane e la legge di gravitazione universale. Ad esempio, ho sempre associato la difficoltà del mettersi in relazione con qualcuno al fatto che per entrare in orbita attorno ad un corpo esiste una piccola forbice di velocità utilizzabili. Se vai troppo piano ti schianti sul corpo in questione, se vai troppo forte non riesci a fermarti in orbita ma passi oltre. Per metafora, posso dire che con le persone è pressapoco lo stesso. Devi relazionarti con loro alla velocità giusta, se vai troppo piano o troppo forte non riesci a relazionarti in maniera stabile e sicura.
Ma il fatto che sia linguisticamente bello, non significa che sia scientifico. Non posso calcolare la velocità con cui mi relaziono ad una persona, in funzione del rapporto delle nostre masse e della nostra distanza!
1 – Energia
Una parola che viene spesso abusata è Energia. Si parla spesso di energie, positive e negative, energie orgoniche, vibrazionali e quant'altro. Ora, è bello divertirsi a filosofeggiare sui paragoni tra alcuni aspetti della vita e certi concetti fisici, ma non posso poi però pretendere di utilizzare ragionamenti filosofici al posto di una corretta applicazione delle Leggi Fisiche (si chiamano leggi, per un motivo).
L'Energia in fisica è “la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto.” (http://it.wikipedia.org/wiki/Energia).
2 – Conservazione dell'energia
La conservazione dell'energia è una legge importantissima. Afferma che “sebbene l'energia possa essere trasformata e convertita da una forma all'altra, la quantità totale di essa in un sistema isolato non varia nel tempo” (http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_conservazione_dell'energia).
Ci sono quotidianamente un sacco di dimostrazioni di questa legge. Una di quelle che da bambino mi ha stupito di più, è stata la seguente: ci si siede al centro di una giostra a girello, di quelle nei parchi giochi, con in mano una ruota di bicicletta, possibilmente stesa e quindi parallela alla base della giostra. Qualcuno, tenendo ferma la giostra, fa ruotare abbastanza velocemente la ruota che avete in mano e poi si allontana. Ora, prima che la ruota rallenti, provate a fermarla con la mano libera (magari coperta da apposti guanto). Come la frenate, la giostra, molto lentamente, comincerà a girare. La parte dell'energia della ruota da bicicletta che non si è convertita in calore quando l'avete frenata, viene trasferita alla ruota più grande, cioè la giostra.
3 – Entropia
Il concetto di entropia, anch'esso importantissimo, è molto complicato. Piuttosto che una definizione rigorosa, preferisco cercare di far capire il più possibile la sfumatura del concetto che serve a noi. Con entropia di un sistema si indica il grado di “disordine” di quel sistema. Ed il postulato dell'entropia, afferma che in un sistema isolato, l'entropia può al più rimanere la stessa, oppure aumentare, ma mai diminuire. (http://it.wikipedia.org/wiki/Entropia)
La conseguenza pratica che più ci tocca da vicino, è che durante un qualunque tipo di lavoro, parte dell'energia impiegata viene dispersa in calore, e l'energia dispersa non è mai recuperabile in toto.
Se fate rimbalzare una pallina, l'energia cinetica della pallina che cade, viene trasformata nella deformazione elastica della pallina che colpisce il pavimento, che viene riconvertita in energia cinetica, facendola rimbalzare verso l'alto. Ma se non fornite nuova energia alla pallina, questa rimbalzerà sempre meno, fino a fermarsi. Perché non tutta l'energia cinetica viene riconvertita nella deformazione, e non tutta la deformazione viene riconvertita in energia cinetica. Parte dell'energia viene irrimediabilmente dispersa in calore.
Questo è il motivo per cui il moto perpetuo non esiste. Nessun motore potrà mai all'infinito alimentare sé stesso.
4 – Equilibrio.
L'ultimo concetto che voglio recuperare prima di rimettere insieme il tutto, è il concetto di equilibrio. Anche se intuitivamente è chiaro cosa sia l'equilibrio, non è altrettanto semplice formularlo in maniera omnicomprensiva, per cui anche qui cercherò di far capire il concetto che ci è utile. Esistono varie forme di equilibrio, chimico, dinamico, termodinamico. Ed in ogni sua forma, esistono tre condizioni di equilibrio, dette stabile, instabile ed indifferente.
Una pallina in un avvallamento, tenderà a ritornare al centro di quell'avvallamento, questo è equilibrio stabile, cioè che tende a tornare nella sua posizione iniziale.
Una pallina in cima ad una cunetta, se spostata, tenderà a cadere, questo è equilibrio instabile, cioè che tende ad allontanarsi dalla sua posizione iniziale.
Se la pallina è su un piano orizzontale. Se la sposti, ovunque la sposti, quando il moto finisce, la pallina tenderà a restare lì dov'è. Questo è equilibrio indifferente, dove non si tende né a fuggire, né a ritornare allo stato iniziale.
5 – Mettiamo tutto insieme.
Una volta recuperati questi concetti, ci si può fare un'idea molto precisa di quanto alcune ipotesi sul controllo climatico, siano infondate.
E' importante capire che questi principi, sono inviolabili. Si può migliorare l'utilizzo dell'energia, o l'efficienza energetica di un dato lavoro, ma non si può produrre energia dal nulla, non si può non consumarla, non si può invertire l'entropia.
Inoltre, occorre sempre tener conto delle dimensioni relative al lavoro che si deve compiere. Poche gocce di acido, non possono dissolvere una montagna, così come qualche chilo di esplosivo.. ci vogliono ettolitri di acido, o svariate centinaia di tonnellate di dinamite, come minimo.
E quindi non sarà certo una singola bottiglia di aceto di mele, che dissolve scie su scie. Anche ammesso che funzionasse (e non funziona), ed anche ammesso che in qualche maniera l'aceto possa raggiungere le altissime quote in questione (cosa che al momento non è possibile), la quantità sarebbe comunque inadeguata.
6 – Applichiamo i concetti alla modifica climatica.
Un piccolo cumulo pesa qualcosa (per farsi un'idea) come 550 tonnellate (tant'è l'acqua che vi si trova dentro). Un temporale pesa circa 1.100.000 tonnellate ed un uragano 220.000.000 tonnellate.
Già la massa iniziale, rappresenta l'energia contenuta in questi fenomeni atmosferici. Si aggiunge a questo che cose come il temporale, ma soprattutto l'uragano, sono in movimento e si pensi quindi che sono soggetti ad ulteriore energia (termica, cinetica....)
Per controllarli, si può supporre di agire in due modi. Il primo modo, sarebbe quello di agire su di un equilibrio instabile. Significa che l'energia in questione è almeno comparabile con la massa minima iniziale, per dare il via al fenomeno che si vuole influenzare. E' il caso tipico del cloud seeding. Quantità modeste di ioduro d'argento, innescano una reazione, che trascina sé stessa. Migliora l'aggregarsi delle goccioline sospese, favorisce la precipitazione. Il punto è che come sempre, l'energia non si crea. Si usa la nuvola che c'è già. Se non ci fosse la nuvola, il poco ioduro utilizzato non servirebbe a nulla.
L'altro modo di agire, sarebbe quello di cercare di influenzare brutalmente un fenomeno. Spesso e volentieri si è detto, ad esempio, che HAARP sarebbe in grado di provocare uragani. Una volta che avete chiaro il concetto di energia complessiva e di conservazione dell'energia, provate a pensare ad un sistema che con qualche microonda (vuoi anche i famosi 3.600.000 watt massimi di Haarp) cerca di controllare un sistema di 220.000.000 tonnellate d'acqua, in movimento, che genera venti da 100 km/h, e che rilascia una potenza termica stimata tra i 50.000.000.000.000 e 200.000.000.000.000 watt.
Relativamente alle scie, considerato che un 747-8 cargo (uno dei cargo più grossi, mascherabili da aereo di linea), ha un carico utile di 140 tonnellate, provate a pensare cosa può fare ad una nuvola, ad un temporale, e ad un uragano....

giovedì 3 luglio 2014

”Rendere l’atmosfera più elettroconduttiva”

Premessa: uno degli addebiti che vengono fatti spesso agli scettici, è quello di smontare pedissequamente ogni cosa che viene detta a favore di una determinata teoria, senza preoccuparsi di discernere tra cosa sia vero e cosa no, senza tener conto di ciò che è a favore di quella determinata teoria. Ora, io non lo faccio apposta, ma sembra proprio che i complottisti si divertano a infilare una dopo altra le affermazioni più sbagliate possibile. 

1 – Atmosfera più elettroconduttiva

Uno degli scopi delle inesistenti scie chimche sarebbe quello di rendere più elettroconduttiva l’atmosfera. Secondo il ricercatore indipendente Rosario Marcianò, un’atmosfera più elettroconduttiva  favorirebbe le trasmissioni radio e quindi radar, permetterebbe ai satelliti di vedere il terreno di battaglia e via discorrendo. Questa affermazione, collegata a volte al progetto RFMP e VTRPE (in maniera errata) si trova un po’ in tutta la produzione di Marcianò. Ma anche Mazzucco su luogocomune afferma “Come abbiamo spiegato in un recente articolo, sembra che la necessità di sviluppare le attività di manipolazione dell'atmosfera, estendendola fino agli aerei civili (progetto Cloverleaf), sia nata da una esigenza di tipo militare, collegata al progetto di sorveglianza globale 3-D chiamato VTRPE (Variable Terrain Radio Parabolic Equation). Questo sistema necessita di condizioni atmosferiche asciutte per funzionare al meglio, mentre diventa del tutto inaffidabile in presenza di una forte umidità. (Da qui la necessità di "asciugare" l'atmosfera nelle zone desiderate, disseminando nel contempo particolati metallici che aumentino la conduttività dell'aria).”

Già qua c’è un sacco di confusione, e degli errori plateali, tralasciando il fatto che VTRPE è in realtà solo un modello matematico e non un sistema di sorveglianza, e che non è il modello che diventa inaffidabile in presenza di una forte umidità, ma il segnale radar viene degradato da più fattori tra cui l’effetto condotto. Inoltre asciugare l’aria (cosa non fattibile, ma è un altro discorso), diminuirebbe la già debole conduttività dell’aria umida.

2 – Corrente e Onde Radio

Prima di tutto, si fa una confusione enorme tra corrente elettrica e onde radio. La prima, è il movimento degli elettroni attraverso un conduttore, la seconda è la variazione (fenomeno ondulatorio) di un campo elettromagnetico.

La prima necessita di un conduttore per poter passare. Nell’impiego casalingo, abbiamo i cavi della corrente, fatti di rame, che consentono agli elettroni di passare di atomo in atomo. Per intenderci, nel vuoto assoluto, il passaggio di corrente elettrica non è possibile. La seconda, ovvero le onde radio, si propagano tranquillamente nel vuoto.

Poi, le due cose hanno dei collegamenti e delle relazioni molto forti, questo è fuori discussione, ma l’importante è capire che le due cose sono diverse.

La troposfera, ovvero la parte di atmosfera in cui normalmente viviamo noi, tanto per cominciare non è un buon conduttore, e viene categorizzata come isolante. Tant’è vero, che occorre un enorme potenziale (letteralmente Tensione, ovvero differenza di potenziale) per poterla “forare”, fenomeno comunemente conosciuto come fulmine. Al fulmine, per poter creare un canale di prescarica, ovvero un canale ionizzato, occorrono dal miliardo ai dieci miliardi di volt a seconda della sua lunghezza.

Quindi normalmente la corrente fatica molto a passare in troposfera, mentre le onde radio non sembrano soffrire delle stesse difficoltà.

3 – Come sono collegati.

L’antenna è il frutto principale del collegamento tra corrente elettrica e onde radio. Per dirla in maniera molto semplicistica, un’antenna, è un conduttore che viene attraversato da una corrente variabile nel tempo, la quale antenna, irradia “nell’etere” un campo elettromagnetico. Così vengono trasmesse le onde radio. Funziona anche alla rovescia, ovvero, in un conduttore immerso in un campo elettromagnetico, verrà indotta una corrente elettrica con una variazione di concerto a quella del campo stesso. Così funziona la ricezione.

4 – Radiopropagazione, attenuazione e disturbi vari.

La propagazione più classica, è quella in linea retta, ovvero seguendo il percorso più diretto che collega l’antenna ricevente con l’antenna trasmittente. Questa propagazione, anche se in teoria avrebbe come caso ideale il fatto che le antenne debbano essere in linea a vista, gode anche del vantaggio che le onde radio hanno la proprietà di superare ostacoli di dimensioni inferiori alla loro lunghezza d’onda.

E questo è il primo punto in questione. Un’onda radio non “vede” oggetti troppo piccoli o non confrontabili con la propria lunghezza d’onda. Già questo basterebbe a capire che nanoparticelle di metallo, non possono fare molto riguardo alle onde radio.

Le onde radio non si propagano solo in maniera diretta. Possono essere riflesse dalla ionosfera (cosa che aiuta a passare al di là dell’orizzonte terrestre), possono sfruttare l’effetto onda di superficie fornito dalla interfaccia tra l’atmosfera e il terreno (un po’ come le onde di un sasso sull’acqua dello stagno), possono sfruttare l’effetto condotto (quando con certe condizioni atmosferiche si inverte l’indice di rifrazione dell’atmosfera e le onde sono piegate a favore della curvatura terrestre) e normalmente si propagano in un mix di queste tipologie.

Mentre si propagano, vengono disturbate e attenuate. Oltra al fatto che la potenza decresce col quadrato della distanza, le onde vengono assorbite (anche dal mezzo nel quale si propagano), diffratte dagli ostacoli, e a volte per riflessione si sovrappongono a loro stesse, cosa che le attenua in maniera aleatoria.

5 – Il metallo, non aiuta le onde radio.

Un particolato metallico non rende più conduttiva l'aria, perché le particelle metalliche non si toccano tra di loro, ma sono isolate dall'aria che le divide.

Come abbiamo visto le onde radio sostanzialmente girano intorno a un eventuale particolato metallico disperso in atmosfera (perché le onde radar, ad esempio, hanno una lunghezza d’onda che può variare a seconda degli scopi da 130 cm ad 1 mm). Se questo particolato fosse molto fitto le onde verrebbero un po' attenuate e quindi spargerlo sarebbe controproducente.

Se le parti di metallo, sono grandi a sufficienza, le onde non le scavalcano, ma vengono riflesse. E’ questo il principio degli chaff, ovvero le contromisure radar adottate ad esempio dagli aerei per creare falsi bersagli. Gli chaff disperdono lamelle o aghi (in genere fibre di vetro alluminate) di diversi centimetri di lunghezza. Devono essere lunghe qualche centimetro per poter interagire con il radar, diversamente sarebbero inutili.

6 – La tanto agognata riflessione

Uno degli effetti che sono stati ricercati dalla sperimentazioni, riguardo al miglioramento delle prestazioni delle onde radio, è il fatto di poter essere riflesse, in maniera controllata. La Ionosfera riflette già in maniera naturale alcune lunghezze d’onda delle onde radio, ma lo fa in funzione di molte variabili aleatorie, tra cui il vento solare.

La ricerca militare, già da tempo, ha cercato un modo per creare specchi ionosferici artificiali, per poter riflettere le onde radio in maniera controllata, e eventualmente disturbare le comunicazioni del nemico. Nulla di ciò è stato ipotizzato con lo spargimento di nanoparticolato.

Interessante è anche il progetto West Ford, richiamato da Marcianò, nel quale in due lanci (1961 e 1963) sono stati sparsi a circa 3.500 km di quota aghetti di rame della lunghezza di 1,8 cm, per verificare se potessero riflettere le onde radio e permettere quindi una trasmissione più globale di segnali radio. Nonostante l’esperimento inizialmente sia stato un successo, non ha avuto seguito in quanto la funzione degli aghi di rame, è stata resa inutile dall’utilizzo dei satelliti artificiali.

Quindi in ultima analisi, non si sparge nanoparticolato (ma aghetti di 1,8 cm) e non lo si fa né a quota cumulo, né a quota scia (ma quasi 350 volte più in alto).


7 – Conclusione

Anche fosse possibile rendere l’atmosfera più “elettroconduttiva”, cosa che non succede spargendo particolato, sarebbe una cosa inutile a quei fini.