martedì 19 maggio 2015

Prove in 3D - Seconda Parte

Un'altra cosa che si può velocemente verificare, utilizzando un programma di modellazione e rendering 3D, è la capacità o meno di distinguere le tipologie di aereo.

Ho sentito spesso affermare che gli aerei che rilasciano scie, siano aerei militari, e soprattutto, che si vede.

Ci sono due caratteristiche diverse che vengono considerate relativamente al riconoscimento degli aerei, uno è il modello, l'altra è la livrea. In questo post, mi occupo del primo aspetto.

Reimpostiamo la scena come nel post precedente, la telecamera è a 10000 metri sotto gli aeroplani inquadrati, che si trovano in questo caso, tutti alla stessa quota. Le dimensioni sono sempre reali. Ed ecco il rendering della scena in questione.


Cliccate pure sull'immagine per vederla in dimensione intera. Siete in gradi di distinguere quali aerei sono e soprattutto se sono militari o di linea?

L'immagine sopra è con un 50mm, proviamo a cambiare obiettivo, 85mm.



Ora diventa un po' più facile. Ma non è così immediato a meno che non siate molto pratici riconoscere di quali aerei si sta parlando.

Ora usiamo una 85mm, ma con uno zoom digitale 3x (impostazione classica di molte delle videocamere consumer in commercio)




I dettagli sono ancora più chiari, ma bisogna fare molta attenzione, perché la falsa definizione maggiore, può trarre in inganno. Dico che la definizione è falsamente maggiore, in quanto uno zoom digitale corrisponde ad ingrandire l'immagine con un programma di fotoritocco. Il programma non può avere una definizione maggiore della foto che gli date in pasto, per cui, quando ingrandisce un'immagine, semplicemente "inventa" i pixel mancanti, basandosi su quelli reali che ha a disposizione. Questo procedimento si chiama interpolazione ed è fondamentale per effettuare un ingrandimento oltre la risoluzione di una foto.

Quindi, invece che sfruttare lo zoom digitale, cambiamo di nuovo obiettivo. Montiamo un 200mm




Con questo ingrandimento, tutto comincia ad essere molto più chiaro. Chi ha pratica sa distinguere con certezza almeno l'aereo di destra e si è fatto un'idea molto buona su gli altri due.

I dettagli maggiori però si ottengono collegando la macchina fotografica ad un sistema migliore di un tele, come ad esempio ad un telescopio terrestre, simulato qua da un 700mm.




Ora, anche a vista, è molto facile riconoscere i modelli di aereo.

Il primo è un Boeing 767, il secondo un Airbus A330-300, il terzo un Globemaster C17 III

Il terzo è quasi sicuramente un aereo militare, dato che il suo impego di destinazione è il trasporto tattico. Il 767 è quasi certamente un aereo di linea. L'aereo centrale, per assurdo non è determinabile da quella posizione. L'A330 esiste ed è diffuso anche come aereo militare, ed una delle sue configurazioni è proprio quella di tanker. In realtà il mio aereo centrale è probabilmente un aereo di linea, ma occorre guardarlo di fianco, per avere abbastanza informazioni da poter tentare di indovinare. Dato che ho usato aerei bianchi però, non è certa la loro assegnazione.




Infine accludo l'immagine in wireframe, per mostrare (anche se non ce n'è bisogno) che il tutto è fatto col solito software 3D.



Al prossimo spiegone, prenderemo in esame la visibilità ed il riconoscimento delle livree.

giovedì 7 maggio 2015

Prove in 3D - Prima parte



 Quando si parla di quote di aerei, si dice spesso che non si ha la possibilità reale di misurare (la battuta classica è "non sono andato/a lì col metro..."), dimenticandosi però, che con le possibilità di oggi, si può facilmente fare il processo contrario, ovvero predisporre una situazione analoga a quelle che vogliamo verificare, e vedere cosa salta fuori.

La prima cosa da fare, è munirsi di un programma di modellazione e rendering 3D, ed imparare a muoverci i primi passi. Ce ne sono di gratuiti molto potenti (vedi Blender), o anche a pagamento, che però si lasciano usare per 30 giorni (ad esempio 3ds Max).

Io nella mia serie di tentativi userò 3dstudio Max 2013

Dato che non c'è bisogno di imparare a modellare, ma solo di porre gli oggetti e verificare come appaiono in determinate condizioni, si può scaricare un modello di aeroplano già fatto, come ho fatto io. Ve ne sono molti, scaricabili gratuitamente per usi non commerciali.

Io ho trovato un modello 3D, di un airbus A330 con anche la livrea Quantas






Il quale, renderizzato (ovvero lasciando che il programma applichi le texture e calcoli la risposta della luce, ed il risultato dell'inquadratura), si presenta così



Nel programma, comincio ad impostare la scena, come voglio.

Pongo due aerei identici, uno affiancato all'altro, a 200 metri circa di distanza, l'uno dall'altro.



Creo un punto di ripresa (letteralmente, Camera), e scelgo l'obiettivo da utilizzare in mm. Userò un teleobiettivo dato che dovrò riprendere aerei in quota, quindi scelgo un 200mm, che come mi mostra il programma, corrisponde ad un angolo di campo di poco superiore a 5 gradi (considerando una macchina fotografica, a pellicola 35mm classica)



La camera la pongo 10000 metri SOTTO gli aerei, così da simulare la distanza di ripresa, come se stessero volando esattamente sopra di me.




E chiedo al programma di calcolare l'immagine che ne deriva.




Ora, così si presentano due aerei a 10000 metri di quota, ripresi con una macchina fotografica con un tele da 200mm, che però sono uno 200 metri sopra l'altro. Sfido chiunque a dire che ad occhio si vede che sono a quote diverse, e sfido sempre lo stesso chiunque a dire che si vede benissimo che sono alla stessa quota (dato che non lo sono).

Come sempre, basterebbe verificare. Se uno vuol farlo, come abbiamo visto, il modo lo trova sempre.

lunedì 20 aprile 2015

Io non ho foto di scie prima del XXXX

Questa è la prova più schiacciante, secondo gli sciachimisti, che le scie di condensa persistenti, ci sono solo negli ultimi anni.

Il fatto però, che non si sia in grado di determinare bene da quanti anni ci sono queste scie, è come sempre una delle riprove che l'affermazione qui sopra, non vale come prova.

Ma vado nello specifico.

Ho avuto una discussione con un credente delle scie di recente,  che chiameremo UNO (nome di comodo), che afferma di aver visto aerei bassi rilasciare scie in espansione, nella sua vallata dalle parti di Genova, solo da ottobre dell'anno scorso (quindi fine 2014). Che lui si è da sempre sdraiato sul quel prato, che ha sempre fotografato il cielo, e non ha mai visto scie in espansione. Lo proverebbe  il fatto che non possiede foto di scie antecedenti a quella data.

Ora, il fatto che questa non è una prova, lo dimostrano gli sciachimisti stessi.

Prima di discutere con lui, ho discusso almeno con altri due liguri (che chiameremo DUE e TRE), che affermavano che in ligura, certe scie si vedono solo negli ultimi 5 anni. Che loro non hanno foto prima di 5 anni. Però, se loro hanno foto di scie in ligura e nel genovese, dal 2010, come mai UNO non le ha? Quindi DUE e TRE stanno mentendo? No assolutamente!

Quindi, per il momento mi vien da dire che UNO non ha foto antecedenti al 2014 solo perché ha cominciato a fotografare le scie, da quando le ha notate.

Ma DUE e TRE, non tengono conto del lavoro di alcuni ricercatori indipendenti, della zona sanremese, che chiameremo QUATTRO e CINQUE, che hanno notato il fenomeno a loro dire, dal 2005. Loro non hanno foto, antecedenti al 2005, di scie.

Questo però, smentisce DUE e TRE: come mai, QUATTRO e CINQUE, hanno foto di scie antecedenti quelle di UNO, DUE e TRE? SI vede che DUE e TRE, hanno foto di scie, solo da quando han cominciato a notarle.

Ma QUATTRO e CINQUE, pubblicano spesso articoli e testimonianze di altri. Se cercate bene, c'è almeno una persona da loro citata (che chiameremo SEI), che dice di aver foto di scie, dal 2002, anno dell'accordo Berlusconi-Bush. Quindi SEI, smentisce UNO, DUE, TRE, QUATTRO e CINQUE.

A questo si aggiunge che QUATTRO E CINQUE, affermano di aver VISTO (non solo fotografato, ma proprio visto..) la loro prima scia nel 2005.

Sono smentiti a loro volta, da tutti gli altri complottisti, che spesso dicono la frase : "Io me le ricordo bene, le scie di condensa. Le guardavo sempre da piccolo/a, e svanivano in un paio di minuti"

Se loro le vedevano da sempre (ed in genere si parla degli anni '70 o '80), vuol dire che QUATTRO e CINQUE, non sono assidui osservatori del cielo.

Ma tornando alle persistenti, SEI a sua volta, ignora la testimonianza di SETTE, altro credente sciachimista, che ha fotografato alcune scie in espansione, nel 1987...

http://3.bp.blogspot.com/-z2_T7CESA-U/U7Gburcl9fI/AAAAAAAAAEs/5qQHtZfiTPs/s1600/1987.jpg



Ognuno di loro, ha foto di scie, da quando ha comciato ad interessarsene.
Ognuno di loro, smentisce la prova del precedente.
Questa considerazione dovrebbe bastare a capire, che i primi che dovrebbero osservare il cielo, sono proprio gli sciachimisti. E magari capire, che non aver foto di scie prima dell'anno XXXX non prova granché.

Nota 1: Quattro e Cinque, affermano anche che sarebbe, impossibile vedere una scia di condensa reale, perché ad 8000 metri o più, non si vedrebbe. Affermazione questa, che cozza con quanto detto da molti altri sciachimisti, che dicono di aver osservato prima del 2000 (o altro anno a piacere) le scie di condensa vere, che svanivano in un minuto o due. Se erano vere, erano ad 8000 metri o più, ma loro le vedevano lo stesso, checché ne dicano QUATTRO e CINQUE.

Nota 2: Come già asserito, ha più importanza una testimonianza che dice di aver visto, che cento testimonianze che dicono di non aver visto. Se chiedete ai plane-spotters, o ai tecnici del traffico, o agli astrofili di vecchia data, o ai meteorologi, o ai piloti, tutti vi dicono che le scie le hanno viste ben prima del 1995. Ma naturalmente questo, per gli sciachimisti, non conta nulla.

lunedì 5 gennaio 2015

Su la testa, ovvero: osserviamo DAVVERO il cielo - parte 6 FINALE

6) Il Ditometro

L'ultima delle cose che riporto, tra le cose che si possono notare osservando il cielo, è proprio il cosiddetto "Ditometro", ovvero l'utilizzo di un dito della propria mano a braccio teso per "stimare" la quota di un liner.

Ora, "stimare" è un verbo con un significato ben preciso. Il succo della faccenda è avere una conferma "al volo" se l'aereo sia o meno ad alta quota.

Il tutto si basa sulla dimensione angolare di un liner, ovvero l'angolo di campo visivo occupato. Perché è importante l'angolo? Perché l'angolo occupato da qualcosa è DIPENDENTE dal rapporto DIMENSIONE REALE/DISTANZA dell'oggetto stesso, e perché invece è COMPLETAMENTE INDIPENDENTE dal mezzo ottico utilizzato per osservarlo.

Ora, il punto in questione è che con un rapido calcolo, si può verificare che un qualunque liner, che viaggia a 10000 metri, sopra la nostra verticale (con noi a livello del mare) è grande al più mezzo grado (e parlo di un airbus A380).

I calcoli li ho fatti nel 2011, e li trovate qui : http://riccardodeserti.blogspot.it/2011/08/riflessioni-preliminari-sulle.html

Questa metodologia, di prendere un dito come riferimento per una "stima" (e non ovviamente una misurazione precisa) non è stato adottato solo da me. E' stato però reso famoso (e ridicolizzato) dal post del sedicente ricercatore indipendente Rosario Marcianò ( http://anonymouse.org/cgi-bin/anon-www.cgi/http://www.tankerenemy.com/2013/12/stima-della-quota-con-metodo-euclideo.html )

In quell'articolo Marcianò, riporta un metodo esatto, ma mostra una foto probabilmente falsificata. E' incredibile che nessuno abbia mai provato il "metodo del mignolo" suggerito. Non una sola volta ho ottenuto il risultato mostrato in foto da Straker. Se il fenomeno fosse vero, non sarebbe male mostrare un video, invece di una foto (più difficilmente falsificabile), e magari un video con molto più di un solo aereo.

Ultimo appunto sul ditometro, vi consiglio caldamente di leggere l'articolo originale da cui è stato preso ovvero http://lidarmax.altervista.org/lidar/_Scie%20Chimiche.php redatto da Massimo Del Guasta - Istituto Nazionale di Ottica (INO) - Consiglio nazionale delle ricerche CNR. Oltre alla parte del sistema di stima, c'è tutta una trattazione sul perché si parla di Bario, sulla sua pericolosità, e molte altre informazioni (tra cui la distribuzione geografica delle concentrazioni, correlata al caso della città di Espanola) veramente interessanti.

7) Conclusioni

Quindi, qui riassumo il tutto dei 5 precedenti spiegoni , ed aggiungo anche le considerazioni già fatte nello spiegone delle "Prove delle scie di condensa"

Osservando il cielo, notando quel che si deve notare e facendo le giuste considerazioni:

a) Le scie all'alba sono illuminate dal sole minuti prima dei cumuli, così come il sole che sorge illumina prima la vetta di una montagna che non la valle. Questo dimostra che le scie non sono a quota cumulo

b) Le scie che paiono a quota cumulo, o addirittura dentro di esse, se osservate, si muovono assieme alle nuvole ad alta quota, e non assieme ai cumuli, ergo non sono investite dallo stesso vento. Questo dimostra che le scie non sono a quota cumulo

c) Il tempo con cui un aereo che rilascia scie, attraversa un certo angolo di cielo, è compatibile con l'alta quota e non con la bassa. Questo smentisce la bassa quota dei liners.

d) Osservando i fenomeni meteorologici, questi presentano tutte le caratteristiche delle scie visibili in cielo, in termini di durata, formazione, persistenza, colore, caratteristiche morfologiche e quant'altro. Questo smentisce la natura anomala delle scie.

e) Osservando davvero il traffico aereo (aiutandosi con un'applicazione tipo flightradar24), si nota la sua continuità, la sua ciclicità, si nota la difficoltà dell'osservazione dello stesso in caso di mancanza di scie e questo smentisce la presunta irregolarità dei voli rilascianti scie.

f) Osservando le grandezze angolari degli aerei osservati si può stimare sempre l'alta quota degli stessi. Questo smentisce la bassa quota dei liners

g) Osservando il gap iniziale che c'è tra le scie ed il punto di rilascio si ha la certezza che le scie siano dovute ad un fenomeno di condensazione.

h) Osservando i pareli e le iridescenze (e conoscendone il reale meccanismo) si può dedurre che le scie (così come i Cirri) siano composte da ghiaccio

i) Osservando il colore delle scie, ed il comportamento della luce in loro presenza, si può notare che è più compatibile col ghiaccio che non con particolato metallico.

j) Osservando come si espandono le scie, (espansione e non solo diradamento) si può evincere che sia un fenomeno di condensazione, dato che la condensa può far condensare altra umidità presente in atmosfera, mentre il particolato metallico non può generare altro particolato metallico.

Quindi: SU LA TESTA, ed il Cielo, OSSERVATELO ma per DAVVERO!!

domenica 4 gennaio 2015

Su la testa, ovvero: osserviamo DAVVERO il cielo - parte 5

5) Traffico aereo

Una comune affermazione degli sciachimisti, è che alcuni giorni non si vedono passare gli aerei che rilasciano scie, altri invece è pieno. Altri affermano, che spesso è "lo stesso aereo che va avanti e indietro".

Quando poi mi dicono di essere degli osservatori del cielo, a questo punto io entro da subito in modalità dubbiosa.

Un'osservazione pedissequa e costante del cielo, mostra proprio l'opposto. Mostra che il traffico aereo c'è tutti i giorni. Bene o male è costante tutti i giorni. E soprattutto è fortemente ciclico.

Non è facile osservarlo, quando il cielo è privo di scie. Questo è normale, dato che il liner più grande che c'è, ovvero un A380, che viaggia a 10000 metri, sopra la nostra verticale, e quindi al massimo della sua grandezza ottica, è grande poco meno di mezzo grado (la Luna Piena è mezzo grado), mentre il campo visivo sopra la nostra testa è svariate decine di gradi.

Se non lo stai cercando, non lo noti. Mentre è ovvio che l'opposto è facilissimo, ovvero con una scia ampia decine di gradi, in cielo, individuabile istantaneamente, è molto più facile vedere l'aereo che ci sta davanti, la scia stessa te lo indica.

Trovare un aereo in cielo, è difficile anche per la cosiddetta "miopia da campo vuoto" ( vedi anche http://www.manualedivolo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1575:quel-puntino-nel-blu&catid=57:pilota-oggi&Itemid=81 ), ovvero quando guardi un cielo azzurro senza riferimenti, un campo blu senza niente da vedere, l'occhio non mette a fuoco l'infinito, ma va in posizione di riposo e mette a fuoco ad un metro o poco più. Per cui scorgere un aereo senza scia, passivamente è già difficile di suo, se poi non lo si sta cercando, è quasi impossibile da vedere.

Per questo, consiglio sempre chi osserva il cielo, di utilizzare flightradar24 o planefinder.net e poi andare a verificare i segnali radar che si vedono li sopra, piuttosto che solo il contrario. Una REALE osservazione del cielo, mostra proprio che il traffico è bene o male sempre lo stesso, come quantità e intensità. Varia lungo i mesi e lungo le stagioni, piuttosto che da un giorno all'altro. Voglio ricordare che è stata proprio l'osservazione costante del traffico aereo che ha portato uno dei principali fautori della teoria scie chimiche, a ricredersi ( http://anonymouse.org/cgi-bin/anon-www.cgi/http://www.sciechimiche.org/forum/viewtopic.php?t=3071 )

Se poi avete la fortuna di essere in prossimità di una aerovia, proprio l'osservazione continua del cielo, aiuta a confutare che le rotte non siano quelle ufficiali. Sopra la mia officina ad Imola, passa un'aerovia. Spesso, le scie appena formate sono esattamente sopra il luogo in cui lavoro, quando ci sono le condizioni per la formazione.

Infine, mai come questa volta, consiglio di utilizzare almeno un binocolo per osservare gli aerei che passano. Un buon binocolo aiuta ad evitare i problemi di contrasto ottico, dell'espansione del bianco e permette di vedere particolari che spesso ad occhio nudo non si notano, ovvero che le forme e le dimensioni degli aerei che passano sono diverse (non è sempre "lo stesso aereo che va avanti ed indietro") e che anche se da sotto molti aerei sono bianchi, con un po' di fortuna ed attenzione si riescono a notare i colori degli impennaggi di coda, e questo smonta anche che siano aerei bianchi e senza insegne.

Insomma, basta alzare la testa, ed osservare.

sabato 3 gennaio 2015

Su la testa, ovvero: osserviamo DAVVERO il cielo - parte 4

4) I fenomeni meteorologici
Chi si occupa della questione scie chimiche, spesso, adduce come prova della natura "chimica" delle stesse, tutta una serie di presunte anomalie relative alle scie, asserendo che la "condensa non si comporta così".
In genere queste anomalie, sono di qualunque tipo. Si contestano il colore delle scie, la durata, la morfologia in generale, la disposizione e la geometria, le dimensione, la discontinuità e via discorrendo.
Il punto in questione però, è che osservando il cielo, non esiste NESSUN comportamento ritenuto anomalo, che non sia presente in uno o più degli altri fenomeni atmosferici.
a) Il colore - il colore delle scie è determinato principalmente da tre fenomeni luminosi, che sono la riflessione, la diffusione e lo scattering. Senza luce, tutti i fenomeni nefologici, sarebbero di un grigio spento, stile nebbia. Poi a seconda della densità e dello spessore, la luce filtra e si diffonde dentro di esse (attenuandosi ma anche diffondendosi in tutte le direzioni), e la quantità di luce che riesce ad attraversarle ce le mostra bianche anche se col sole non a favore di riflessione. Invece, i raggi del sole che non la attraversano, ma che vengono riflessi (anche in questo caso, quasi in tutte le direzioni) rendono la nube bianca, ma solo a favor di riflessione (tipico il caso del cumulonembo che risulta bianco o scuro a seconda della sua posizione rispetto a noi e rispetto al sole). Infine lo scattering, ovvero il leggero cambio di colore della luce a seconda dell'incidenza dei raggi solari, a volte le fa apparire un pochino più azzurrate, a volte un po' più arrossate. Non c'è reale differenza tra i colori delle nubi ed i colori delle scie.
b) la durata - esistono nubi piccole che durano ore, fronti che durano decine di ore ed a volte giorni. Gli stessi cirri in cielo, morfologicamente (formazione a parte) identici alle scie, durano ore. Non esiste un vero motivo per cui tutte le scie debbano svanire subito, anzi, se in presenza di ambiente soprasaturo, è normale l'espansione. Le scie sono di durata variabile così come, ogni fenomeno meteorologico, è di durata variabile.
Oltretutto ne approfitto per rivangare una breve questione. Quando sento dire che le scie "durano anche più di un giorno...." beh, ad osservarlo DAVVERO il cielo, io in 4 anni, non ho mai visto una scia che sia durata più di un giorno. In quota ci sono dei venti forti, di solito almeno 40 km/h. Prendendo come buona una media di 40, in 24 ore la scia si sarà spostata di 960 km buoni buoni, come fanno a dire che l'hanno osservata per un giorno intero?
c) la morfologia in generale - Azzone nella sua lettera alla rivista Nimbus, parla di caratteristiche che a suo dire non si possono ascrivere a normali scie di condensazione. La cosa è sbagliata e già trattata nello spiegone http://lospiegone.blogspot.it/2014/06/penduli-ed-instabilita-di-crow.html
Ma se osserviamo, esistono fenomeni che, a seconda delle condizioni di formazione, presentano caratteristiche particolari, senza bisogno di geoingegneria, tipo le mammatus (stesso meccanismo di formazione dei penduli) http://www.zingarate.com/foto/le-nuvole-piu-strane-sono-le-nuvole-a-mammelle-foto/mammatus-clouds.html, le street clouds http://earthsky.org/earth/what-are-cloud-streets, e di vari altri tipi http://www.webdesignerdepot.com/2009/10/the-weirdest-clouds-that-youll-ever-see/
d) disposizione e geometria - sì perché la natura ci insegna che la geometria non fa parte di lei, vero? ( https://www.google.it/search?site&tbm=isch&source=hp&biw=1920&bih=932&q=natura+e+geometria )
Un sacco di formazioni nuvolose presentano forme più o meno geometriche, così come anche moltissime invece presentano dinamiche caotiche.
Inoltre, osservando la formazione delle mefistofeliche griglie, osservandola DAVVERO, si nota che non sono gli aerei che passano realmente a griglia, ma è il vento che continuando a spostare le contrail già presenti, ha il maggior peso nella creazione della griglia. Sempre osservando il cielo, si nota che le griglie e le formazioni cosiddette "a tris", sono molto più rare di quanto non si creda. Le figure più frequenti, sono un guazzabuglio di linee che non paiono avere una progettazione alle spalle, come ci si aspetterebbe un traffico aereo standard.
Come ultima considerazione, a chi dice che una griglia è chiara indicazione di volontà antropica, faccio notare che una sola rotta, con aerei distanziati tutti più o meno uguali nel tempo (cosa normale in aerovia, esiste anche una separazione temporale sulla stessa rotta, oltre a separazioni orizzontali e verticali) e un vento più o meno costante, creano tante linee parallele, in condizioni di persistenza. La volontà antropica è la meno probabile in caso di griglie nel cielo.
e) la dimensione - Esistono fronti di dimensioni molto ampie, cicloni ed anticicloni molto ampi, temporali molto ampi e via discorrendo. Li abbiamo sempre viste. Queste sono zone molto ampie di cielo (e per molto ampie si va sull'ordine delle centinaia di chilometri, fino alle migliaia) dove le condizioni per la formazione di nuvole (quindi fenomeni di condensazione) sono presenti in tutta la loro ampiezza.
Pertanto, perché mai non dovrebbero esistere ampie zone di cielo, sovrassature, quindi con condizioni idonee alla formazione ed alla persistenza delle scie? Non è certo la dimensione una valida anomalia.
f) la discontinuità - Capita, a volte, di vedere una copertura nuvolosa molto ampia. Il cielo tutto coperto. Capita inoltre, a volte, di vedere uno o due buchi dentro a questa copertura nuvolosa. La situazione è quindi macrocondizioni costanti, con microcondizioni differenti.
Quindi perché non può succedere, con le scie, che esistano le condizioni per la formazione e persistenza per chilometri (macrocondizioni costanti) e un paio di zone senza condizione per la formazione (microcondizioni differenti) o per la persistenza che causano le tipiche scie on-off?
Inoltre a chi afferma come sia possibile che le condizioni cambino anche in pochi metri, mi domando cosa pensano, quando guardano la nebbia a banchi.
g) iridescenza - Altra anomalia, non solo delle scie. Chi dice che le nubi iridescenti ci sono solo in presenza di scie, o che si vedono solo negli ultimi tempi, dimostra che non è vero che osserva il cielo, dato che come fenomeno è conosciuto da tempo, ed osservabile più frequentemente di quanto si pensi. Inoltre c'è da aggiungere che fenomeni come iridescenza, ed anche pareli, sono indice della composizione di ghiaccio delle scie e delle nubi d'alta quota.
Tutte le presunte "anomalie", imputate alle scie di condensa, si verificano in altri fenomeni meteorologici. Se si osserva il cielo, nulla di quello che capita alle scie (fatta eccezione per la generazione "artificiale") capita esclusivamente a loro. Anche questo, dopo un'attenta osservazione, è più un indizio "contro" l'esistenza delle irrorazioni clandestine che non "a favore"