lunedì 5 gennaio 2015

Su la testa, ovvero: osserviamo DAVVERO il cielo - parte 6 FINALE

6) Il Ditometro

L'ultima delle cose che riporto, tra le cose che si possono notare osservando il cielo, è proprio il cosiddetto "Ditometro", ovvero l'utilizzo di un dito della propria mano a braccio teso per "stimare" la quota di un liner.

Ora, "stimare" è un verbo con un significato ben preciso. Il succo della faccenda è avere una conferma "al volo" se l'aereo sia o meno ad alta quota.

Il tutto si basa sulla dimensione angolare di un liner, ovvero l'angolo di campo visivo occupato. Perché è importante l'angolo? Perché l'angolo occupato da qualcosa è DIPENDENTE dal rapporto DIMENSIONE REALE/DISTANZA dell'oggetto stesso, e perché invece è COMPLETAMENTE INDIPENDENTE dal mezzo ottico utilizzato per osservarlo.

Ora, il punto in questione è che con un rapido calcolo, si può verificare che un qualunque liner, che viaggia a 10000 metri, sopra la nostra verticale (con noi a livello del mare) è grande al più mezzo grado (e parlo di un airbus A380).

I calcoli li ho fatti nel 2011, e li trovate qui : http://riccardodeserti.blogspot.it/2011/08/riflessioni-preliminari-sulle.html

Questa metodologia, di prendere un dito come riferimento per una "stima" (e non ovviamente una misurazione precisa) non è stato adottato solo da me. E' stato però reso famoso (e ridicolizzato) dal post del sedicente ricercatore indipendente Rosario Marcianò ( http://anonymouse.org/cgi-bin/anon-www.cgi/http://www.tankerenemy.com/2013/12/stima-della-quota-con-metodo-euclideo.html )

In quell'articolo Marcianò, riporta un metodo esatto, ma mostra una foto probabilmente falsificata. E' incredibile che nessuno abbia mai provato il "metodo del mignolo" suggerito. Non una sola volta ho ottenuto il risultato mostrato in foto da Straker. Se il fenomeno fosse vero, non sarebbe male mostrare un video, invece di una foto (più difficilmente falsificabile), e magari un video con molto più di un solo aereo.

Ultimo appunto sul ditometro, vi consiglio caldamente di leggere l'articolo originale da cui è stato preso ovvero http://lidarmax.altervista.org/lidar/_Scie%20Chimiche.php redatto da Massimo Del Guasta - Istituto Nazionale di Ottica (INO) - Consiglio nazionale delle ricerche CNR. Oltre alla parte del sistema di stima, c'è tutta una trattazione sul perché si parla di Bario, sulla sua pericolosità, e molte altre informazioni (tra cui la distribuzione geografica delle concentrazioni, correlata al caso della città di Espanola) veramente interessanti.

7) Conclusioni

Quindi, qui riassumo il tutto dei 5 precedenti spiegoni , ed aggiungo anche le considerazioni già fatte nello spiegone delle "Prove delle scie di condensa"

Osservando il cielo, notando quel che si deve notare e facendo le giuste considerazioni:

a) Le scie all'alba sono illuminate dal sole minuti prima dei cumuli, così come il sole che sorge illumina prima la vetta di una montagna che non la valle. Questo dimostra che le scie non sono a quota cumulo

b) Le scie che paiono a quota cumulo, o addirittura dentro di esse, se osservate, si muovono assieme alle nuvole ad alta quota, e non assieme ai cumuli, ergo non sono investite dallo stesso vento. Questo dimostra che le scie non sono a quota cumulo

c) Il tempo con cui un aereo che rilascia scie, attraversa un certo angolo di cielo, è compatibile con l'alta quota e non con la bassa. Questo smentisce la bassa quota dei liners.

d) Osservando i fenomeni meteorologici, questi presentano tutte le caratteristiche delle scie visibili in cielo, in termini di durata, formazione, persistenza, colore, caratteristiche morfologiche e quant'altro. Questo smentisce la natura anomala delle scie.

e) Osservando davvero il traffico aereo (aiutandosi con un'applicazione tipo flightradar24), si nota la sua continuità, la sua ciclicità, si nota la difficoltà dell'osservazione dello stesso in caso di mancanza di scie e questo smentisce la presunta irregolarità dei voli rilascianti scie.

f) Osservando le grandezze angolari degli aerei osservati si può stimare sempre l'alta quota degli stessi. Questo smentisce la bassa quota dei liners

g) Osservando il gap iniziale che c'è tra le scie ed il punto di rilascio si ha la certezza che le scie siano dovute ad un fenomeno di condensazione.

h) Osservando i pareli e le iridescenze (e conoscendone il reale meccanismo) si può dedurre che le scie (così come i Cirri) siano composte da ghiaccio

i) Osservando il colore delle scie, ed il comportamento della luce in loro presenza, si può notare che è più compatibile col ghiaccio che non con particolato metallico.

j) Osservando come si espandono le scie, (espansione e non solo diradamento) si può evincere che sia un fenomeno di condensazione, dato che la condensa può far condensare altra umidità presente in atmosfera, mentre il particolato metallico non può generare altro particolato metallico.

Quindi: SU LA TESTA, ed il Cielo, OSSERVATELO ma per DAVVERO!!

domenica 4 gennaio 2015

Su la testa, ovvero: osserviamo DAVVERO il cielo - parte 5

5) Traffico aereo

Una comune affermazione degli sciachimisti, è che alcuni giorni non si vedono passare gli aerei che rilasciano scie, altri invece è pieno. Altri affermano, che spesso è "lo stesso aereo che va avanti e indietro".

Quando poi mi dicono di essere degli osservatori del cielo, a questo punto io entro da subito in modalità dubbiosa.

Un'osservazione pedissequa e costante del cielo, mostra proprio l'opposto. Mostra che il traffico aereo c'è tutti i giorni. Bene o male è costante tutti i giorni. E soprattutto è fortemente ciclico.

Non è facile osservarlo, quando il cielo è privo di scie. Questo è normale, dato che il liner più grande che c'è, ovvero un A380, che viaggia a 10000 metri, sopra la nostra verticale, e quindi al massimo della sua grandezza ottica, è grande poco meno di mezzo grado (la Luna Piena è mezzo grado), mentre il campo visivo sopra la nostra testa è svariate decine di gradi.

Se non lo stai cercando, non lo noti. Mentre è ovvio che l'opposto è facilissimo, ovvero con una scia ampia decine di gradi, in cielo, individuabile istantaneamente, è molto più facile vedere l'aereo che ci sta davanti, la scia stessa te lo indica.

Trovare un aereo in cielo, è difficile anche per la cosiddetta "miopia da campo vuoto" ( vedi anche http://www.manualedivolo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1575:quel-puntino-nel-blu&catid=57:pilota-oggi&Itemid=81 ), ovvero quando guardi un cielo azzurro senza riferimenti, un campo blu senza niente da vedere, l'occhio non mette a fuoco l'infinito, ma va in posizione di riposo e mette a fuoco ad un metro o poco più. Per cui scorgere un aereo senza scia, passivamente è già difficile di suo, se poi non lo si sta cercando, è quasi impossibile da vedere.

Per questo, consiglio sempre chi osserva il cielo, di utilizzare flightradar24 o planefinder.net e poi andare a verificare i segnali radar che si vedono li sopra, piuttosto che solo il contrario. Una REALE osservazione del cielo, mostra proprio che il traffico è bene o male sempre lo stesso, come quantità e intensità. Varia lungo i mesi e lungo le stagioni, piuttosto che da un giorno all'altro. Voglio ricordare che è stata proprio l'osservazione costante del traffico aereo che ha portato uno dei principali fautori della teoria scie chimiche, a ricredersi ( http://anonymouse.org/cgi-bin/anon-www.cgi/http://www.sciechimiche.org/forum/viewtopic.php?t=3071 )

Se poi avete la fortuna di essere in prossimità di una aerovia, proprio l'osservazione continua del cielo, aiuta a confutare che le rotte non siano quelle ufficiali. Sopra la mia officina ad Imola, passa un'aerovia. Spesso, le scie appena formate sono esattamente sopra il luogo in cui lavoro, quando ci sono le condizioni per la formazione.

Infine, mai come questa volta, consiglio di utilizzare almeno un binocolo per osservare gli aerei che passano. Un buon binocolo aiuta ad evitare i problemi di contrasto ottico, dell'espansione del bianco e permette di vedere particolari che spesso ad occhio nudo non si notano, ovvero che le forme e le dimensioni degli aerei che passano sono diverse (non è sempre "lo stesso aereo che va avanti ed indietro") e che anche se da sotto molti aerei sono bianchi, con un po' di fortuna ed attenzione si riescono a notare i colori degli impennaggi di coda, e questo smonta anche che siano aerei bianchi e senza insegne.

Insomma, basta alzare la testa, ed osservare.

sabato 3 gennaio 2015

Su la testa, ovvero: osserviamo DAVVERO il cielo - parte 4

4) I fenomeni meteorologici
Chi si occupa della questione scie chimiche, spesso, adduce come prova della natura "chimica" delle stesse, tutta una serie di presunte anomalie relative alle scie, asserendo che la "condensa non si comporta così".
In genere queste anomalie, sono di qualunque tipo. Si contestano il colore delle scie, la durata, la morfologia in generale, la disposizione e la geometria, le dimensione, la discontinuità e via discorrendo.
Il punto in questione però, è che osservando il cielo, non esiste NESSUN comportamento ritenuto anomalo, che non sia presente in uno o più degli altri fenomeni atmosferici.
a) Il colore - il colore delle scie è determinato principalmente da tre fenomeni luminosi, che sono la riflessione, la diffusione e lo scattering. Senza luce, tutti i fenomeni nefologici, sarebbero di un grigio spento, stile nebbia. Poi a seconda della densità e dello spessore, la luce filtra e si diffonde dentro di esse (attenuandosi ma anche diffondendosi in tutte le direzioni), e la quantità di luce che riesce ad attraversarle ce le mostra bianche anche se col sole non a favore di riflessione. Invece, i raggi del sole che non la attraversano, ma che vengono riflessi (anche in questo caso, quasi in tutte le direzioni) rendono la nube bianca, ma solo a favor di riflessione (tipico il caso del cumulonembo che risulta bianco o scuro a seconda della sua posizione rispetto a noi e rispetto al sole). Infine lo scattering, ovvero il leggero cambio di colore della luce a seconda dell'incidenza dei raggi solari, a volte le fa apparire un pochino più azzurrate, a volte un po' più arrossate. Non c'è reale differenza tra i colori delle nubi ed i colori delle scie.
b) la durata - esistono nubi piccole che durano ore, fronti che durano decine di ore ed a volte giorni. Gli stessi cirri in cielo, morfologicamente (formazione a parte) identici alle scie, durano ore. Non esiste un vero motivo per cui tutte le scie debbano svanire subito, anzi, se in presenza di ambiente soprasaturo, è normale l'espansione. Le scie sono di durata variabile così come, ogni fenomeno meteorologico, è di durata variabile.
Oltretutto ne approfitto per rivangare una breve questione. Quando sento dire che le scie "durano anche più di un giorno...." beh, ad osservarlo DAVVERO il cielo, io in 4 anni, non ho mai visto una scia che sia durata più di un giorno. In quota ci sono dei venti forti, di solito almeno 40 km/h. Prendendo come buona una media di 40, in 24 ore la scia si sarà spostata di 960 km buoni buoni, come fanno a dire che l'hanno osservata per un giorno intero?
c) la morfologia in generale - Azzone nella sua lettera alla rivista Nimbus, parla di caratteristiche che a suo dire non si possono ascrivere a normali scie di condensazione. La cosa è sbagliata e già trattata nello spiegone http://lospiegone.blogspot.it/2014/06/penduli-ed-instabilita-di-crow.html
Ma se osserviamo, esistono fenomeni che, a seconda delle condizioni di formazione, presentano caratteristiche particolari, senza bisogno di geoingegneria, tipo le mammatus (stesso meccanismo di formazione dei penduli) http://www.zingarate.com/foto/le-nuvole-piu-strane-sono-le-nuvole-a-mammelle-foto/mammatus-clouds.html, le street clouds http://earthsky.org/earth/what-are-cloud-streets, e di vari altri tipi http://www.webdesignerdepot.com/2009/10/the-weirdest-clouds-that-youll-ever-see/
d) disposizione e geometria - sì perché la natura ci insegna che la geometria non fa parte di lei, vero? ( https://www.google.it/search?site&tbm=isch&source=hp&biw=1920&bih=932&q=natura+e+geometria )
Un sacco di formazioni nuvolose presentano forme più o meno geometriche, così come anche moltissime invece presentano dinamiche caotiche.
Inoltre, osservando la formazione delle mefistofeliche griglie, osservandola DAVVERO, si nota che non sono gli aerei che passano realmente a griglia, ma è il vento che continuando a spostare le contrail già presenti, ha il maggior peso nella creazione della griglia. Sempre osservando il cielo, si nota che le griglie e le formazioni cosiddette "a tris", sono molto più rare di quanto non si creda. Le figure più frequenti, sono un guazzabuglio di linee che non paiono avere una progettazione alle spalle, come ci si aspetterebbe un traffico aereo standard.
Come ultima considerazione, a chi dice che una griglia è chiara indicazione di volontà antropica, faccio notare che una sola rotta, con aerei distanziati tutti più o meno uguali nel tempo (cosa normale in aerovia, esiste anche una separazione temporale sulla stessa rotta, oltre a separazioni orizzontali e verticali) e un vento più o meno costante, creano tante linee parallele, in condizioni di persistenza. La volontà antropica è la meno probabile in caso di griglie nel cielo.
e) la dimensione - Esistono fronti di dimensioni molto ampie, cicloni ed anticicloni molto ampi, temporali molto ampi e via discorrendo. Li abbiamo sempre viste. Queste sono zone molto ampie di cielo (e per molto ampie si va sull'ordine delle centinaia di chilometri, fino alle migliaia) dove le condizioni per la formazione di nuvole (quindi fenomeni di condensazione) sono presenti in tutta la loro ampiezza.
Pertanto, perché mai non dovrebbero esistere ampie zone di cielo, sovrassature, quindi con condizioni idonee alla formazione ed alla persistenza delle scie? Non è certo la dimensione una valida anomalia.
f) la discontinuità - Capita, a volte, di vedere una copertura nuvolosa molto ampia. Il cielo tutto coperto. Capita inoltre, a volte, di vedere uno o due buchi dentro a questa copertura nuvolosa. La situazione è quindi macrocondizioni costanti, con microcondizioni differenti.
Quindi perché non può succedere, con le scie, che esistano le condizioni per la formazione e persistenza per chilometri (macrocondizioni costanti) e un paio di zone senza condizione per la formazione (microcondizioni differenti) o per la persistenza che causano le tipiche scie on-off?
Inoltre a chi afferma come sia possibile che le condizioni cambino anche in pochi metri, mi domando cosa pensano, quando guardano la nebbia a banchi.
g) iridescenza - Altra anomalia, non solo delle scie. Chi dice che le nubi iridescenti ci sono solo in presenza di scie, o che si vedono solo negli ultimi tempi, dimostra che non è vero che osserva il cielo, dato che come fenomeno è conosciuto da tempo, ed osservabile più frequentemente di quanto si pensi. Inoltre c'è da aggiungere che fenomeni come iridescenza, ed anche pareli, sono indice della composizione di ghiaccio delle scie e delle nubi d'alta quota.
Tutte le presunte "anomalie", imputate alle scie di condensa, si verificano in altri fenomeni meteorologici. Se si osserva il cielo, nulla di quello che capita alle scie (fatta eccezione per la generazione "artificiale") capita esclusivamente a loro. Anche questo, dopo un'attenta osservazione, è più un indizio "contro" l'esistenza delle irrorazioni clandestine che non "a favore"